Trenta anni fa il Presidente Cai Farindola Marano Mario Viola, il Sindaco Ugo Ciavattella con tutto il Consiglio Comunale, il Parco Nazionale d’Abruzzo col suo Direttore Franco Tassi, il Cai Nazionale nella persona di Carlo Alberto Pinelli, il Biologo Dario Febbo,il circolo Lega Ambiente di Farindola ed il nostro compaesano Gino Damiani si assunsero la responsabilita’ ed anche l’onore di riportare il camoscio che come da racconti popolari era sparito sulle “pietre di Farindola” del Monte San Vito nel 1892.
Da una brillante intuizione il Dott Tassi nomò l’impresa 2000x2000x2000 che stava ad indicare duemila Camosci a quota duemila nell’anno 2000.
Sogno coronato da realtà infatti oggi i Camosci dai trenta che erano nel Parco Nazionale d’Abruzzo sono più di 3000.
L’operazione incominciò nel 1991 per interesse del WWF con la liberazione di alcuni esemplari sulla Maiella e nel 1992 furono riportati nell’area di ripopolamento di Farindola e successivamente ne vengono liberati alcuni sul Monte Tremoggia.
Oggi l’area faunistica di Farindola è ancora efficiente grazie alle cure, che il nostro socio Gino fino al 1995 in cui subentro il neonato Parco del Gran Sasso ed anche dopo come dipendente del Parco, ha dedicato affinchè non si perdesse l’efficienza e lo scopo per cui era nata.
Oggi salendo sui nostri Monti è facile accorgersi che i Camosci ci guardano come per ringraziarci dell’attenzione profusa trenta anni fa.
Ed è un grande onore festeggiare questo positivo evento con molti protagonisti di allora che si uniscono in una festa a Farindola il 29-30-e31 luglio 2022.